Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2005

 

La Confraternita

Camaiore - Marina Di Massa

clicca qui per ingrandireGiovedì 1 settembre

Il bel campanone che batte le mezze ore e le intere ci ha accompagnato durante tutta la notte e sempre durante la notte è nata Clara, la nipotina di Franco il nonno.
Torna il parroco che ci aveva lasciati padroni di quella struttura e timbriamo le credenziali. Facciamo colazione e mettiamo nello zaino il panino e la frutta per il pranzo. Si parte alle otto.

Alla nostra partenza arriva Giovanni un volontario del CISOM che ufficialmente affianca Aldo come soccorso pellegrini, ma un soccorso prezioso è anche quello che facciamo noi lasciando, come segnali di pollicino, certe frecce gialle…..

Renzo: Oggi stiamo percorrendo la seconda tappa. La stanchezza di ieri ormai sfumata, oggi soleggiato si prosegue tra vari sentieri, vigne e uliveti, ma eccoci ad affrontare le prime salite verso Massa Carrara a Corvaia. "Qui passa la Francigena"' dice Monica , la nostra guida "sono passata due anni fa!" ma il sentiero sparisce fra rovi e boscaglia; ma "eppure passava di qui" ripete Monica. Con un bastone e una gran voglia di continuare mi faccio strada, dico al gruppo di aspettare un mio segnale. Giunto davanti ad un recinto il passaggio è chiuso da un rudimentale cancelletto legato da un filo di ferro e oltre si trova una villa. Tolgo il filo che legava ed entro con un certo timore di trovarmi davanti qualche cane pericoloso. Alzo lo sguardo e vedo una ragazzina che con accento straniero mi chiede cosa faccio lì. Chiama la proprietaria la quale mi aggredisce verbalmente in lingua tedesca. Con le poche parole che conosco in quella lingua cerco di ristabilire la calma, e a questo punto la signora in italiano mi domanda come ho fatto ad entrare. Con ingenua naturalezza "Dal cancello aperto" rispondo io, spiegandole che li passa la Via Francigena "e che lei la fa sua". Naturalmente dice di non saperne nulla e mi chiede come posso dimostrarlo. Per la conferma chiamo Monica. Arriva Monica con tutto il gruppo di pellegrini, siamo in trentasei. La signora rimane stupefatta e chiede chi siamo e dove andiamo. Ora è quasi disposta ad offrirci il caffè, ma siamo in troppi. Io intanto continuo a precisare che la Via Francigena serve anche ai pellegrini tedeschi che vanno a Roma per trovare il loro concittadino tedesco Benedetto Sedicesimo. Si mostra preoccupata e dice che andrà a rivedere i propri confini con un suo amico parlamentare. Salutandoci cordialmente ci fa uscire dall'entrata principale.
Cercavamo di passare dal paese di Cannoreto a quello di Nocchi utilizzando una vecchia via che esisteva fino a poco tempo fa.
La tappa continua e arriviamo alle 17 all'ostello internazionale a Marina di Massa. La strada è stata lunga, gli ultimi km sembravano non finire mai.
L'edificio è immenso e siamo dislocati in stanze in piani diversi. La struttura ha una bella piscina e al di la della strada c'è in mare. Qualcuno riesce ad inserire fra la doccia e il lavaggio degli indumenti anche una nuotatina. Prima di cena ci si riunisce per la messa e facciamo una foto di gruppo che assieme ad un comunicato stampa preparato da Monica viene dato al giornalista della Nazione. La cena è stile self service, molto ricca e varia, ma viene ancor più arricchita da torta e spumante offerta da Franco in onore della sua nipotina.

Mario
il nostro giocoliere già provvisto del soprannome prezzemolo ci offre uno spettacolo fatto di abilità manuale, di destrezza e dialettica.
Tutti, anche gli altri ospiti dell'ostello, sono incantati .
Il nostro giocoliere è però per prima cosa un vero pellegrino.

Mario: Camminare, offrendo al Signore, la fatica, il male ai piedi, i momenti di ascolto, le cose belle da vedere, i momenti di allegria, la disponibilità ad aiutare in caso di bisogno, il non lamentarsi, il non aver paura a far scoprire i propri limiti, accettare di essere aiutati, la preghiera pensata e non detta in fretta e telefonare a casa solo quando avrei trovato un telefono pubblico. Questa idea condivisa con mia moglie Betty, e due amici ci ha portato a fissare un'ora durante la giornata per essere uniti in questo impegno.
Ho cercato semplicemente di vivere questo nel nostro pellegrinaggio. Facendo un esame più approfondito, devo dire che, se anche ho tenuto fede all'ora, non sempre sono riuscito a mantenere appieno quello che mi ero proposto. Il Signore vedrà Lui come adoperare le piccole cose che ha notato in me.