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La Via Francigena

La Situazione

 

La Confraternita di S.Jacopo di Compostella

 

 

L'urlo del Pellegrino

La Via Francigena continua la sua strada. Su di essa passano sempre più persone, pellegrini e no.
Si affinano le esperienze e con le verifiche arrivano anche i nodi. La "civiltà del pellegrinaggio" cresce, nonostante i problemi e i contrasti con chi cercherebbe di farne mera esperienza turistica o tuttalpiù antropologica.

Tra le tante lettere che arrivano una in particolare ci ha colpito per la sua lucidità. È di due pellegrini compostellani, Marzio e suo figlio Jacopo. È in risposta all'editoriale 2008 che precedeva questo. Abbiamo deciso di pubblicarla per condividerla con tutti.

È un'altra utile riflessione per continuare a crescere in questa civiltà del pellegrinaggio che accomuna tanti di noi.

Questa volta quindi, l'editoriale lo ha scritto uno di voi, che non conosciamo personalmente, ma che sentiamo vicino.


Stimato Priore Monica D'Atti.

Ho letto l'articolo.
Niente di nuovo sotto il sole, con l'aggravante che in Italia non perdiamo il vizio, con l'illusione che non pagheremo il conto.

Detto questo, comunico un pensiero che ho sempre avuto e che penso possa estendersi a tutti i Cammini, pur parlando da pellegrino che ha percorso solo il Cammino di Santiago.
I Cammini non sono una moda anche se sono diventati, purtroppo, di moda.
E dico purtroppo perché ho visto fatti poco edificanti, soprattutto negli ultimi 100 chilometri per arrivare a Santiago, si pensi solo ai taxi porta zaini.
I Cammini sono percorsi da chi vuole e per qualsiasi motivo.
Personalmente faccio fatica a capire i pellegrini a cavallo o in mountain bike, o gli hostales vegetariani anziché legati a filosofie orientali che ho avuto modo di incontrare, ma è un parere personale che vale per quel che vale.
I Cammini sono nel mondo e sono percorsi dagli uomini, quindi destinati inesorabilmente ad edificarsi ed a sporcarsi con le cose del mondo.

Ma noi pellegrini che ci rifacciamo a quel San Giacomo non dobbiamo e non possiamo perdere di vista la prospettiva che è e rimarrà il sale dei Cammini.
La prospettiva è Cristocentrica e non economica, sociale, politica, culturale… spirituale, o altro ancora.
I Cammini sono come la Chiesa, sono voluti e mantenuti in vita da Cristo, senza di Lui sarebbero spariti da tempo....a cominciare dalla Chiesa.
I Cammini non servono a trovare o a cercare il perdono dei peccati, la pace dell'anima, il nirvana, la conoscenza di se stessi e via dicendo.
I Cammini servono a scoprire Cristo… e tutto il resto ci verrà dato, sovrappiù.
Lo scopo è questo anche se per le motivazioni del partire ognuno ha le sue.

E il pellegrino chi è allora?
E' nessuno!
E' un servo inutile che affrontando l'ignoto del Cammino, il volontariato presso gli albergues, la dirigenza di Strutture, i contatti con le varie Amministrazioni pubbliche mette a disposizione della Grazia la sua vita, le sue gambe, la sua intelligenza, il suo tempo.

Stiamo parlando di prospettiva - non dimentichiamolo - e quando si parla di prospettiva si parla di strategia, non di tattica; si parla di dogmatica e non di pastorale.

Sono permessi e perdonati tutti gli errori di percorso, anche gravi, ma non possiamo permetterci alcun errore di prospettiva.
In mezzo a tutte le mode, alle "furbate", alle interpretazione, ai credo…in mezzo al mondo ci è stato affidato il grande e grave compito di percorrere i Cammini nell'unica e giusta prospettiva possibile, a continuazione dello spirito primitivo ed a testimonianza futura.

… E se i Cammini sono nella mani di Dio, il suo strumento terreno è la Divina Provvidenza che usa di tutto senza aver bisogno di niente, a partire dai soldi pubblici o dal "protettorato" del potente di turno.

Quando un certo potente coronato del tempo disse al Beato Cottolengo se voleva mettere la sua Istituzione sotto le "ali" del suo Casato per garantirsi per il futuro una sicurezza, politica ed economica, si sentì rispondere che non ne aveva bisogno perché era già sotto le ali della Divina Provvidenza.

L'istituzione del Beato Cottolengo c'è ancora!

Un arrivederci sul Cammino.


Marzio e Jacopo, padre e figlio, Pellegrini.

gennaio 2009


Editoriali precedenti o successivi:

dicembre 2004, La situazione di Paolo Caucci von Saucken

agosto 2006, L'attimo fuggente di Monica D'Atti

aprile 2008, Mordi-mordi la Via Francigena di Monica D'Atti

gennaio 2009, L'urlo del pellegrino di Marzio e Jacopo, padre e figlio, Pellegrini

settembre 2009, Freedom to roam di Monica D'Atti e Franco Cinti

novembre 2010, L'assalto dei seggiolai di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2011, Rintocchi di Symandron di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2012, Un cammino diverso… di Luca Calandriello e famiglia

agosto 2013, Non è solo questione di parole di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2014, L'intolleranza e il "lato oscuro" di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2015, "Via Francigena, il "cammino di mezzo" di Monica D'Atti

agosto 2016, L'ospite inospitale di Monica D'Atti e Franco Cinti

 
 

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