Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2006 - Ad Sedem Petri

 

La Confraternita

Sabato 17 giugno

Gambassi - Montecarulli - Pancole -
San Gimignano

km 14

per ingrandire l'immagine clicca quiVera e Carlo B. - Segnaletica sulla Via Francigena

Nel nostro peregrinare verso Santiago a Carlo e a me è capitato di sbagliare strada e qualche volta, con la nebbia e sotto la pioggia, timorosi e impauriti abbiamo camminato per diversi chilometri senza riuscire a ritrovare i segnali. Quando finalmente ci siamo trovati di fronte la freccia gialla, grande è stata la nostra gioia e il morale è andato alle stelle. In cuor nostro, sentitamente abbiamo ringraziato colui o colei che quella freccia l’aveva dipinta. Sulla nostra pelle, come i suol dire, abbiamo preso coscienza dell’importanza di una buona segnaletica.

Andando in pellegrinaggio verso Roma, Carlo ed io siamo subito rimasti colpiti dalla attenzione e dall’impegno che Luciano, Monica e Franco A. riservavano alla segnaletica.

Se capitava di vedere caduto a terra o a ciondoloni un palo che reggeva un segnale, si fermavano e si adoperavano per rimetterlo saldo al proprio posto con l’ausilio della diversa attrezzatura che avevano nei propri zaini.

Franco, che evidentemente era partito ben fornito di adesivi con freccia e pellegrino, tra una esclamazione e l’altra sulle bellezze della Toscana, in continuazione li attaccava a incroci e punti che riteneva utile segnalare. Luciano viaggiava con un sacchino giallo, non pieno di cose personali, ma di pennelli, barattoli, vernici, e non perdeva occasione per dipingere su muri, piante, o sui ciottoli della strada, la freccia bianca, tanto utile per l’orientamento dei pellegrini. E la Monica per tutti i 15 giorni è stata attivissima nel tenere pubbliche relazioni e contatti che riteneva utili a far rivivere la Via Francigena. Grande attenzione l’ha riservata ad eventuale apertura di centri di accoglienza e al percorso. Oltre a verificare la segnaletica frutto del suo lavoro in anni precedenti, a molti incroci si soffermava per capire se in quel determinato punto qualche pellegrino avrebbe potuto incamminarsi verso una direzione sbagliata. Se riteneva di sì, si sganciava il suo zainone e dallo stesso tirava fuori stampi, pennelli, vernici, ecc. e, appoggiato lo stampino su una superficie, come per magia veniva fuori la figura di un bel pellegrino. E poi dipingeva le frecce, tante frecce ovunque lo ritenesse opportuno. E così per tutto il viaggio, da Altopascio fino a Roma. Sono stati infaticabili! Il nostro passaggio, grazie a queste e ad altre persone di buona volontà, sicuramente avrà lasciato un segnale importante.

Negli anni a venire le frecce di Monica, Franco e Luciano, saranno una garanzia per i pellegrini che percorreranno quei sentieri verso Roma. E tuttavia, sicuramente, ci sarà qualche pellegrino che si perderà e che per chilometri camminerà timoroso e impaurito senza riuscire a ritrovare i segnali. Ma quando finalmente si troverà di fronte il pellegrino e la freccia bianca, proverà una grande gioia, il morale andrà alle stelle e in cuor suo sentitamente ringrazierà colui o colei che quel segnale lo ha dipinto.


Rialziamo cartelli abbattuti

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