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La Via Francigena

La Situazione

 

La Confraternita di S.Jacopo di Compostella

 

Via Francigena, il "cammino di mezzo"

 


"Siamo stranieri e pellegrini" ci dice San Pietro nella sua prima lettera, e lo si legge anche nella Lettera agli Ebrei. Siamo su questa terra, ma di passaggio, in prestito e in cerca, in pratica stranieri senza una vera e fissa dimora terrena. Siamo pellegrini che camminano verso la vera Patria, la Gerusalemme Celeste, la Città dalle 12 Porte d'Oro.

Pellegrinaggio è il cammino dell'homo religiosus, della persona che riconosce oltre sé e sopra di sé la presenza e la compagnia di un Essere superiore diverso da sé verso il quale dirigere le proprie domande di uomo, verso il quale direzionare la ricerca del senso della propria esistenza.
Nel corso dei secoli l'homo religiosus ha riconosciuto dei luoghi santi, dei luoghi che erano diversi da tutti gli altri, ha tracciato delle strade per arrivarvi, ha lasciato dei segni lungo il cammino.

Tra tutte le vie che innervano la nostra terra, la più importante, la spina dorsale dell'Europa è quella che tiene unite Roma con Santiago di Compostella e con Gerusalemme: il grande cammino che unisce le tre peregrinationes maiores.
In questo grande percorso la Via Francigena diventa il "cammino di mezzo", e nel cuore di questo cammino c'è Roma, la città eterna, la civitas apostolorum, con la cattedra di Pietro, la memoria di san Paolo e la "casa di tutti i santi".
La Via Francigena storicamente è la via che viene dalla Francia, dai territori dei Franchi.

Viene nominata per la prima volta in un antico documento dell'876 conservato nell'Abbazia di S.Salvatore del Monte Amiata. In questo testo si cita la strada che passava nella zona della Val d'Orcia, nella valle ove ora transita la via Cassia sotto Radicofani, dalle parti della Posta di Ricorsi: "… per fossatu descendente usque in via Francisca". E molteplici altri appellativi l'hanno identificata nel tempo caratterizzando la sua identità: via romea, Iter Sancti Petri, "via del Papa", strada regia romana, via publica, strata publica peregrinorum et mercatorum, strata pellerina o pellegrina.

Della Via possiamo riconoscere 2 rami principali: quello usato dai pellegrini che vanno e vengono dal Cammino di Santiago, dalla Spagna e dal sud della Francia con passaggio alpino dal Passo del Monginevro e quindi lungo la Val di Susa, Torino e Vercelli. L'altro è quello che percorrono i pellegrini che vengono dal nord della Francia e dall'Inghilterra che, passando dal Passo del Gran S. Bernardo e Aosta, arrivano a Vercelli. Da Vercelli il cammino diventa unico passando da Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontemoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo, Roma. Proseguendo poi oltre Roma si percorre la via del sud che conduce fino ai porti d'imbarco per la Terra Santa: Bari e Brindisi, poi Otranto e termina a Santa Maria de Finibus Terrae, a Leuca.

Attraversato il Mediterraneo il pellegrino arrivava nell'Outremer, nella terra al di là del mare, la Terra Santa e così a Gerusalemme.
La Via Francigena è una via romea, una via jacopea, una via gerosolimitana, una via micaelica, una via francescana, lauretana, nicoliana, senz'altro una via mariana e quindi, alla sintesi di tutto, una via cristiana all'interno di un complesso reticolo di vie che potremmo definire come i cammini, le vie del cielo.

Ormai da 10 anni il cammino è tracciato ed esistono ospitalità per i pellegrini. Il numero di chi cammina per raggiungere Roma è in aumento anche se sempre più spesso capita di vedere il pellegrinaggio confuso con il semplice muoversi con bagaglio appresso. Così in Italia, così in Spagna sul ben più noto Cammino di Santiago: basta avere uno zaino sulle spalle e tutti si fanno chiamare pellegrini. Forse trekker o turista low cost o escursionista sono termini meno affascinanti.

Allora diventa per noi ancora più importante presentare la Via Francigena come un cammino che travalica il turismo o l'escursionismo proponendosi come viaggio dell'anima. Questa è l'identità che non possiamo permetterci di perdere, è un tesoro da conservare. Allora la strada si aprirà. Riusciremo a vederne le anse, le pieghe, le testimonianze lasciate dalle generazioni che ci hanno preceduto; andremo al di là delle apparenze incontrando uomini e storie, saremo accolti e accoglieremo, e la strada ci apparirà trasfigurata. Capiremo che non abbiamo bisogno di turismo o di trekking, o di una proposta enogastronomia o cultural-esperienziale-emozionale. Se percorriamo una via di pellegrinaggio potremo trovare ciò che stavamo cercando: un'occasione di salvezza.

Buon cammino pellegrini, e Ultreya, semper!

Monica D'Atti

agosto 2015


Editoriali precedenti o successivi:

dicembre 2004, La situazione di Paolo Caucci von Saucken

agosto 2006, L'attimo fuggente di Monica D'Atti

aprile 2008, Mordi-mordi la Via Francigena di Monica D'Atti

gennaio 2009, L'urlo del pellegrino di Marzio e Jacopo, padre e figlio, Pellegrini

settembre 2009, Freedom to roam di Monica D'Atti e Franco Cinti

novembre 2010, L'assalto dei seggiolai di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2011, Rintocchi di Symandron di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2012 , Un cammino diverso… di Luca Calandriello e famiglia

agosto 2013, Non è solo questione di parole di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2014, L'intolleranza e il "lato oscuro" di Monica D'Atti e Franco Cinti

agosto 2015, Via Francigena, il "cammino di mezzo" di Monica D'Atti

agosto 2016, L'ospite inospitale di Monica D'Atti e Franco Cinti

 
 

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