Confraternita di
San Jacopo di Compostella

Inaugurazione dello Spedale
di San Pietro e Giacomo
di Radicofani


29 giugno 2007.

Festività di San Pietro e Paolo.

 

            Con una cerimonia semplice ed essenziale alla quale hanno partecipato membri della Confraternita di San Jacopo di Perugia , della  Confraternita della Misericordia di Radicofani e diversi abitanti del paese,

è stato inaugurato lo Spedale di San Pietro e Giacomo.

    

La Cerimonia è stata officiata da don Elia Santori, che fino ad oggi si era occupato dell’accoglienza dei pellegrini nei locali della sua parrocchia e che, per questo, è sempre  molto ricordato ed amato.

            Al termine del rito hanno preso la parola il Governatore della  Confraternita della Misericordia  e il Rettore della Confraternita di San Jacopo.

            Il Governatore della Misericordia ha espresso il proprio compiacimento giacché, cedendo in uso i locali alla Confraternita di San Jacopo, per svolgere il servizio di accoglienza, viene centrata pienamente una delle sette opere di misericordia che stanno alla base della propria istituzione.

            Paolo Caucci ha manifestato la piena soddisfazione della Confraternita che finalmente, dopo molti tentativi, è riuscita ad aprire un proprio hospital sulla via Francigena, in cui esercitare, con lo stesso spirito, il servizio di accoglienza cristiana che svolge sul Cammino di Santiago a San Nicolás de Puente Fitero.  

            Si è augurato, infine, che in un luogo della bellezza,significato e rappresentatività, come Radicofani,  distante da centri di potere e influenza,  la Confraternita possa svolgere il proprio lavoro con serenità e dedizione,  al di fuori e il più lontano possibile, dagli interessi di varia natura che si stanno appropriando della Francigena.

            Dopo la visita dei locali si è iniziato subito il servizio degli ospitalieri della Confraternita di San Jacopo che a turno resteranno in loco durante tutta l’estate e tutte le volte che sarà necessario.

            La collaborazione tra le due istituzioni è stata possibile dopo una lunga tessitura di rapporti che ha messo in evidenza l’identità di principi e gettato le basi anche di amicizia personali tra membri della Misericordia e della Confraternita.

            Mentre scriviamo queste note, hanno già cenato e si apprestano a trascorrere la notte nello Spedale, tre pellegrini  francesi assistiti dai nostri ospitalieri.

  

          Che l’Angelo della pace vegli su di loro e San Pietro e Giacomo ispirino  la nostra azione.

 

 

RADICOFANI

 

Si trova  a 896 metri sul livello del mare. La rupe è un vulcano dl terziario probabilmente sottomarino, il Mercalli ha scritto un saggio sulle lave di Radicofani molto particolari dal punto di vista geologico

Si trova a 72 km da Siena e a 17 dal confine con il Lazio.

Luogo importante dal punto di vista strategico fu meta di villeggiatura, tra la fine del milleottocento e la seconda guerra mondiale, di  personaggi importanti e famosi. La posta medicea ospitò papi e personaggi illustri: Gray, Dickens, De Sade…

Le chiese di San Pietro e S.Agata ( ex convento  francescano) sono veri scrigni d’arte ( terracotte dei Della Robbia, statue lignee di Francesco di Valdambrino, di scuola fiorentina del ‘500.

 

 

 

 

 

STORIA

L’altura di Radicofani era un luogo sacro, un tempio rupestre, lo confermano i reperti archeologici  che risalgono fino all’età del bronzo. Gli etruschi avevano alla base della rupe dei luoghi votivi di cui ci sono tracce. I romani vi costruiscono  un “Castrum”, confermato anch’esso da vari ritrovamenti.

Probabile feudo del re Longobardo  Rachis ( da cui forse il toponimo  Rachis – Hoffen terra di Rachis) che nei boschi dell’Amiata ebbe la visione del Salvatore ( Abbadia S. Salvatore). Se ne ricordava la fondazione da parte del re longobardo Desiderio (757-774) in una stele conservata  al museo di Viterbo ( distrutta nel 1944) “…in Tuscia aedificavimus a fundamentis…Ansedonias Centinates et Radicofanum.”

Ad un epoca più tarda ( carolingia), intorno al IX secolo, appartengono le prime fortificazioni del castello che a più riprese si ingrandì e venne trasformato nella più grande fortezza dell’Italia centrale: la città fortificata di Radicofani ( 4 borghi consecutivi con tre cinte di mura).

Nel 1298 si impadronì del castello un feudatario perseguitato dalla repubblica di Siena: Ghino di Tacco ( dei Cacciaconti di Torrita). Le imprese di questo personaggio “ bandito gentiluomo” sono ricordate da Dante ( Vi canto del Purgatorio), da Boccacio ( X giorno del Decamerone) e da Benvenuto da Imola. Scomunicato dopo la presa del castello fu riabilitato da Bonifacio VIII in seguito all’intercessione dell’Abate di Cluny, suo “ospite forzato” per qualche tempo.

Nel 1412 Radicofani venne concessa in vicariato da Giovanni XXIII , antipapa, ai Senesi e poi venduta nel 1459 dal papa senese Pio II Piccolomini. I senesi la dotarono di due fortini, ingrandirono il castello.

Nel 1555 Radicofani resistette in una battaglia eroica all’esercito imperiale di Carlo V alleato dei Medici  ( questo episodio è ricordato in un quadro del Borgognone conservato a Palazzo Pitti).

Nel 1559 in seguito al trattato di Cateau-Cambresis passò ai Medici come tutto lo stato senese. 

Situato lungo la via Francigena divenne luogo di sosta obbligato dei pellegrini come ricordano gli otto Spedali presenti nel borgo di cui i  documenti hanno conservato memoria.